VITELLI: dopo il primo mese di vita stabulazione singola o di gruppo?

Nel loro ambiente naturale i vitelli mostrano elevata socialità ed interazione, ma nelle aziende da latte vengono usualmente stabulati in box singoli e questo impedisce la loro interazione fisica. In particolare allevare vitelli in gruppo può portare ad una serie di vantaggi sia per gli operatori addetti ai vitelli, in quanto si riducono i numeri di interventi necessari per la pulizia dei box e per la distribuzione di alimenti, sia per gli animali che in gruppo possono esplicare il proprio comportamento naturale.  Allo stesso tempo però, nell’allevamento di gruppo, l’incidenza delle malattie risulta essere più elevata rispetto che nei box singoli. Per questo sarebbe ottimale cercare di combinare le caratteristiche positive di entrambi i metodi di allevamento. Uno studio condotto da Ibrahim Tapki nel 2007 ha avuto come scopo quello di paragonare gli effetti  e le differenze tra le stabulazioni singole e quelle di gruppo.

La prova è stata condotta su 24 vitelli di razza Holstein, 16 maschi e 8 femmine, a partire dalla loro nascita fino al 60-esimo giorno di vita. Gli animali sono stati suddivisi in due gruppi di 12 animali ciascuno in:

  • IH (Individual Housed) ovvero i vitelli mantenuti in box individuali per tutto il periodo sperimentale
  • CH (Combined Housed) ovvero i vitelli stabulati fino al 30-esimo giorno di vita in box singoli e successivamente in 4 gruppi di 2 maschi e una femmina fino a termine prova

Per studiare il loro comportamento gli animali sono stati osservati  6 volte al giorno per 2 volte a settimana cercando di non disturbarli in modo da non influenzare il loro comportamento.

Dai risultati è emerso che:

  • Comportamento: i vitelli stabulati con metodo CH hanno mostrato maggiormente comportamenti quali gioco (12.8% rispetto a 2.86% dei vitelli IH) e locomozione (19.14% rispetto a 3.81% dei vitelli IH) quindi sono risultati più attivi dei vitelli stabulati con metodo IH. Inoltre, i vitelli stabulati in gruppo (CH), hanno evidenziato maggior tempo dedicato alla  pulizia (“toelettatura”) effettuata anche reciprocamente.

Invece i vitelli stabulati con metodo IH hanno impiegato la maggior parte del loro tempo per il “riposo” (39.5% rispetto ai 30.2% dei  vitelli CH) e gli altri comportamenti sono risultati quindi limitati. Inoltre, la ridotta attività dei vitelli nel sistema IH può essere spiegata con il fatto che, accrescendo, hanno poca libertà di movimento nella stabulazione individuale.

  • Ingestione: la percentuale totale dell’ingestione di alimento è risultata maggiore nei vitelli stabulati con CH, questo anche perché, i vitelli CH essendo più attivi hanno necessità di maggiori nutrienti. In particolare è stata evidenziata una maggiore ingestione di mangime starter e di fieno medica ottimali per lo sviluppo del rumine
  • Accrescimento: i vitelli CH sono risultati 2.16 kg più pesanti che i vitelli IH e la lunghezza del loro corpo è risultata di 1.48 cm maggiore rispetto ai IH

In questo studio non sono quindi evidenti effetti negativi causati da un allevamento in gruppo, dopo il primo mese di vita, dei vitelli che, anzi, sembra essere più appropriato rispetto all’allevamento individuale per quanto riguarda il comportamento sociale e le performance di crescita.

Bisogna comunque ricordare che l’Articolo 3 della DIRETTIVA 2008/119/CE afferma che “nessun vitello di età superiore alle otto settimane deve essere rinchiuso in un recinto individuale, a meno che un veterinario abbia certificato che il suo stato di salute o il suo comportamento esige che sia isolato dal gruppo al fine di essere sottoposto ad un trattamento”.  Quindi, la libera scelta dell’allevatore per quanto riguarda il metodo di allevamento, individuale o di gruppo, può limitarsi alle prime 8 settimane di vita dell’animale dopo le quali l’allevamento non può essere effettuato in recinto individuale.

Riferimenti bibliografici:

İbrahim Tapki (2007) Effects of individual or combined housing systems on behavioural and growth responses of dairy calves, Acta Agriculturae Scand Section A, 57:2, 55-60, DOI: 10.1080/09064700701464405