Archivio annuale 22 Dicembre 2021

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Cellule somatiche differenziali: cosa sono e a cosa servono?

Negli ultimi anni vi è stato un decremento della conta delle cellule somatiche totali a livello della mandria, grazie alle migliori condizioni sanitarie e di pulizia delle aziende e al miglioramento genetico (Zanini et al., 2019). Ciò ha spinto i ricercatori già da inizio anni 2000 a trovare nuovi bioindicatori per valutare lo stato sanitario della mammella delle bovine. Nell’ultimo decennio sono stati differenti gli studi che hanno individuato le cellule somatiche differenziali come indicatori validi.

Le cellule differenziali del latte rappresentano circa il 98% delle cellule somatiche totali e sono divise in tre tipologie: neutrofili, linfociti e macrofagi. Ognuna di queste frazioni ha funzioni differenti: i linfociti regolano l’inizio e la soppressione della risposta immunitaria; i macrofagi ingeriscono i detriti cellulari, i batteri e individuano eventuali patogeni presenti nell’organismo; i neutrofili, invece, sono i principali attori della risposta immunitaria (Damm et al., 2017; Halasa et al., 2020).

Inizialmente, ogni frazione veniva contata, espressa ed analizzata singolarmente (Pilla et al., 2013). Poi, grazie ad uno strumento di nuova commercializzazione (Foss DSCC), nel 2017 è stata introdotta una nuova unità di misura: il DSCC, che è la sommatoria di neutrofili e linfociti fratto la conta delle cellule somatiche totali, espresso in percentuale (Damm et al., 2017).

Tutti gli studi hanno evidenziato che quando una bovina ha la mastite vi è un aumento significativo dei neutrofili, a discapito dei macrofagi che subentrano in una secondo momento. Vi è infatti un aumento del DSCC, fino al 95% (Damm et al., 2017; Schwarz et al., 2020), ma le oscillazioni dei valori sono molto elevate (20%-95%), poiché più fattori possono influenzarne il valore: tipologia di patogeno, genetica della bovina, stadio di lattazione, produzione di latte giornaliera, numero di parti e stagione (Schwarz et al., 2019).

Per questo il DSCC da solo non fornisce informazioni accurate, ma deve essere utilizzato insieme al valore delle cellule somatiche totali per valutare lo stato sanitario della mammella. Con 200.000 cellule/ml la bovina è considerata mastitica se il DSCC ha una percentuale >60% (sensitività 67-87%) secondo Schwarz et al. (2020). Zecconi et al. nel 2019 invece, con la stessa filosofia, hanno individuato tre valori di DSCC in base ai giorni di lattazione (GDL): 66,3% (<100 GDL), 69,2% (101-200 GDL) e 69,3% (> 200 GDL) (accuratezza dell’81% e sensitività del 67%). Se solo uno dei due valori di cellule somatiche o differenziali risulta maggiore rispetto a quelli soglia indicati, allora la bovina potrebbe essere a rischio di mastite o essere in stato di cronicità.

L’abbinamento dei valori di cellule somatiche totali e differenziali può realmente fornire indicazioni aggiuntive agli allevatori sullo stato sanitario della mammella delle bovine.

BIBLIOGRAFIA

  • Damm M., Holm C., Blaabjerg M., Bro M. N., Schwarz D. (2017), Differential somatic cell count—A novel method for routine mastitis screening in the frame of Dairy Herd Improvement testing programs, Journal of Diary Science, 100, 4926–4940
  • Halasa T., Kirkeby C. (2020), Differential Somatic Cell Count: Value for Udder Health Management, Frontiers in Veterinary Science, 7
  • Pilla R., Malvisi M., Snel g. G. M., Schawarz D., Konig S., Piccinini R. (2013), Differential cell count as an alternative method to diagnose dairy cow mastitis, Journal of Diary Science, 96, 1653–1660
  • Schwarz D., Kleinhans S., Reimann G., Stückler P., Reith F., Ilves K., Pedastsaar K., Yan L., Zhang Z., Valdivieso M., Barreal M. L., Fouz R. (2020), Investigation of dairy cow performance in different udder health groups defined based on a combination of somatic cell count and differential somatic cell count, Preventive Veterinary Medicine, 183
  • Schwarz D., Lipkens Z., Piepers S., De Vliegher S. (2019), Investigation of differential somatic cell count as a potential new supplementary indicator to somatic cell count for identification of intramammary infection in dairy cows at the end of the lactation period, Preventive Veterinary Medicine, 172
  • Schwarz D., Santschib D. E., Durocherb J., Lefebvreb D. M. (2020), Evaluation of the new differential somatic cell count parameter as a rapid and inexpensive supplementary tool for udder health management through regular milk recording, Preventive Veterinary Medicine, 181
  • Zecconi A., Vairani D., Cipolla M., Rizzi N., Zanini L. (2019), Assessment of subclinical mastitis diagnostic accuracy by differential cell count in individual cow milk, Italian Journal of Animal Science, 18, 460-465
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Fiera di Cremona 2021

Venerdì 26 Novembre 2021 il Progetto MAGA, con il Progetto CLEVERMILK (https://sites.unimi.it/clevermilk/) e il Progetto FORAGE4CLIMATE (http://forage4climate.crpa.it/nqcontent.cfm?a_id=14261), ha partecipato al convegno “Soluzioni tecniche per un allevamento sostenibile” alle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona.

Durante l’incontro sono state trattate tematiche che riguardano la sostenibilità ambientale delle aziende zootecniche, la gestione efficiente del periodo di asciutta, le innovazioni tecnologiche e tanto altro.

È possibile visionare la registrazione dell’evento QUI.

Di seguito sono riportate le slide dell’incontro.

Il progetto Clevermilk: la diffusione della tecnologia in allevamento – Dott.ssa Maddalena Zucali, UNIMI

Il progetto MAGA: La gestione del periodo di asciutta, efficienza e sostenibilità ambientale – Prof.ssa Luciana Bava, UNIMI

Il progetto Forage4climate: valutazione semplificata delle emissioni di gas climalteranti – Dott.ssa Giulia Gislon, UNIMI

Tecnologia=Redditività? Come Verificare? – Dott. Michele Campiotti, agronomo

Sostenibilità economica ed ambientale possono andare d’accordo? – Dott.ssa Maria Teresa Pacchioli – Dott. Aldo Dal Prà, CRPA

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RISULTATI DA MAGA: L’ASCIUTTA SELETTIVA E L’IMPATTO AMBIENTALE

Tra il 5-7 novembre 2021, si è svolta la 93ª edizione della Fiera Agricola Zootecnica Italiana di Montichiari. Durante il seminario “Uso corretto del farmaco e contrasto all’antibiotico resistenza”, le professoresse Bava e Zucali hanno proposto alcuni risultati preliminari del progetto MAGA.

Cosa sappiamo fino ad ora del Progetto MAGA?

Il progetto MAGA utilizza tecniche innovative per rendere sostenibile ed efficiente la gestione del periodo di asciutta. Nello specifico svolge una valutazione sulla gestione della mandria e in particolare delle bovine in asciutta. Inoltre, in base alla conta di cellule somatiche e differenziali del latte prelevato a fine lattazione (ultimi 30 giorni), individua quali bovine possono NON essere trattate alla messa in asciutta con antibiotico. Propone anche una valutazione degli impatti ambientali delle aziende partner.

Quali risultati preliminari si sono raggiunti?

Nelle tre aziende sono state monitorate 306 bovine e in base alle cellule somatiche e differenziali circa il 50% di queste può NON essere trattato alla messa in asciutta con antibiotico. Attualmente 178 animali sono stati monitorati durante il periodo compreso tra la fine della lattazione precedente e l’inizio della successiva: 111 sono stati trattati con antibiotico e 67 senza. Non è stata individuate una differenza significativa tra la conta delle cellule somatiche nei due gruppi di bovine a inizio lattazione, nonostante sia stato notato un aumento percentuale del 6% delle cellule somatiche a inizio lattazione nelle bovine non trattate. I risultati sono comunque inferiori alle 150.000 cellule/ml, indice delle buone condizioni sanitarie delle bovine.

L’asciutta selettiva è attuabile?

L’asciutta selettiva risulta attualizzabile nelle aziende che hanno buone condizioni di pulizia negli ambienti di stabulazione e di mungitura. Bisogna porre attenzione nella scelta delle bovine idonee, ma i risultati sono promettenti con una riduzione dell’utilizzo di antibiotico alla messa in asciutta del 37%.

Una migliore gestione dell’asciutta permette di ridurre l’impatto ambientale?

È stato proposto uno scenario alternativo di una delle aziende partner del progetto. È stato ipotizzato un allungamento del periodo di produzione delle bovine di 10 giorni, poiché gli animali spesso hanno produzioni di latte >15 kg alla messa in asciutta. Questo modifica l’equilibrio aziendale: maggiori acquisti di prodotti proteici/energetici, maggiori impatti delle bovine in lattazione, ma il tutto è affiancato da un aumento della produzione di latte. Questo scenario ha dimostrato una riduzione del 2% degli impatti ambientali totali. Questo indica come una migliore gestione dell’asciutta possa ridurre l’impatto ambientale.

Per informazioni più dettagliate, si allegano le presentazioni utilizzate nel seminario in formato PDF

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Fiera di Cremona 2021 – Soluzioni tecniche per un allevamento sostenibile

Venerdì 26 novembre 2021 si terrà a Cremona un interessante seminario riguardante le soluzioni tecniche in grado di rendere un’azienda da latte più sostenibile, sia economicamente, sia ambientalmente.

Il programma prevede un intervento sul progetto Clevermilk, da parte della Dott.ssa Zucali. Si parlerà della diffusione delle tecnologie nelle stalle da latte italiane, strumenti spesso utili per una gestione degli animali più efficiente.

A seguire, la prof.ssa Bava parlerà del progetto MAGA, riguardante la gestione dell’asciutta e le possibilità di applicare un programma di selezione degli animali da asciugare senza l’uso di antibiotici.

La dott.ssa Gislon affronterà il tema della valutazione dell’impatto ambientale negli allevamenti, focalizzandosi sui risultati ottenuti all’interno del progetto Forage4Climate.

Seguirà l’intervento del dott. Campiotti, il quale analizzerà la relazione tra l’uso di tecnologia in azienda e la redditività della stessa.

Infine, la dott.ssa Maria Teresa Pacchioli e il dott. Aldo Dal Prà, del Centro Ricerche Produzioni Animali, parleranno dei risultati ottenuti nella valutazione della sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica delle aziende da latte.

Per partecipare, iscriversi QUI.

Sarà inoltre possibile seguire l’evento dalla piattaforma Teams; il link sarà inviato agli iscritti pochi giorni prima dell’evento.

Scarica il volantino:

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Quando applicare l’asciutta selettiva: non solo la conta delle cellule somatiche

In numerosi Paesi dell’Europa settentrionale e dell’America del Nord sono stati condotti, negli ultimi vent’anni, studi per valutare quali parametri fossero adatti a stabilire l’idoneità delle bovine all’asciutta senza utilizzo di antibiotici. Nella quasi totalità delle sperimentazioni sono state utilizzate differenti concentrazioni di cellule somatiche totali del latte, ovvero quali animali non presentassero sintomi clinici o subclinici di mastite e non richiedessero la somministrazione dell’antibiotico. Negli ultimi anni sono state condotte ricerche che utilizzano anche parametri differenti, tra i quali spicca uno studio del 2020 pubblicato da alcuni ricercatori (Kabera et al.) della Faculty of Veterinary Medicine of the Université de Montréal (Québec, Canada), che ha utilizzato la carica batterica totale del latte dei singoli quarti delle bovine e la presenza di eventuali patogeni agenti della mastite (Corynebacterium bovis, Staphylococcus aureus, Streptococcus  agalactiae) come fattori per stabilire quali bovine trattare, e non, con antibiotico.

Lo studio è stato condotto in nove aziende di bovine da latte canadesi ed i requisiti essenziali sono stati:

  • conta di cellule somatiche totali inferiore alle 250.000 cellule/ml a livello di tank di raccolta del latte;
  • bovine non trattate con antibiotico e senza mastite in atto nei 14 giorni precedenti l’asciutta;
  • possibilità di accedere ai controlli funzionali mensili di tutte le bovine dell’azienda.

Le bovine sono state divise in modo randomizzato in quattro gruppi di trattamento: due di asciutta convenzionale (blanket dry cow therapy, BDCT) con trattamento antibiotico a tappeto e due di asciutta selettiva (selective dry cow therapy, SDCT). I protocolli utilizzati nei quattro gruppi sono stati:

1. trattamento antibiotico su tutti i quarti;

2. trattamento antibiotico + sigillante su tutti i capezzoli;

3. quarti infetti trattati con antibiotico e capezzoli sani trattati con sigillante;

4. quarti infetti trattati con antibiotico + sigillante e capezzoli sani trattati con il sigillante.

Lo studio, come si può notare, ha considerato le condizioni dei singoli quarti: è stato ritenuto malato il quarto il cui latte, prelevato sterilmente, presentava una carica batterica aerobica totale superiore alle 50 UFC/ml dopo una incubazione di 24 h a 35 °C o conteneva microrganismi agenti di mastite.

Per valutare l’efficacia del protocollo di asciutta selettiva sono state calcolate le probabilità di contrarre una mastite nei primi 120 giorni dopo il parto, associate alla conta delle cellule somatiche medie e alla produzione lattea giornaliera delle bovine dei quattro gruppi.

Sono state selezionate complessivamente 569 bovine, per un totale di 2.251 quarti, divisi equamente nei quattro gruppi di trattamento. Le condizioni di salute degli animali, prima del trattamento, sono risultate essere le medesime in tutti i gruppi, avendo una egual media di cellule somatiche totali e una identica percentuale di mastiti in atto.

Allo stesso modo dalle osservazioni condotte e dall’analisi dei campioni, prelevati nei primi 120 giorni dopo il parto, non sono state riscontrate differenze significative di salute tra le bovine. Infatti, nessun gruppo di trattamento ha presentato differenti percentuali di bovine con mastite (P=0,74), medie delle cellule somatiche dissimili (P=0,74) o diverse produzioni di latte nel primo post-parto (P=0,35) rispetto agli altri. Questo è estremamente importante, poiché sottolinea come le bovine, trattate e non, siano state ritrovate nelle medesime condizioni sanitarie durante il periodo di asciutta e in quello successivo. Questo ha evidenziato che le bovine non trattate con antibiotico non ne hanno risentito e pertanto il protocollo di asciutta selettiva è risultato efficace.

Circa 646 dei 1114 quarti, appartenenti ai gruppi di SDCT, non sono stati trattati con prodotti antibiotici, ma esclusivamente con sigillanti capezzolari, rappresentando una diminuzione del 58% dell’utilizzo di antibiotico. Inoltre, utilizzando un modello lineare, è stato stimato un decremento eventuale e possibile del 48,3% nei gruppi di bovine appartenenti alla BDCT.

Da ciò si può dedurre che la carica batterica totale del latte può risultare efficace nei protocolli di asciutta selettiva esattamente come le concentrazioni di cellule somatiche. Dallo studio si evidenzia anche la possibilità di trattare esclusivamente il quarto malato, senza utilizzare l’antibiotico sulla totalità della mammella, riducendone ulteriormente l’uso.

BIBLIOGRAFIA:

  • Kabera F., Dufour S., Keefe G., Cameron M., Roy J. P. (2020), Evaluation of quarter-based selective dry cow therapy using Petrifilm on-farm milk culture: A randomized controlled trial, Journal of Diary Science, 103, 7276–7287
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RISULTATI DA MAGA: LO STRESS DA CALDO

Tra i parametri da tenere in considerazione a livello ambientale, i più importanti sono sicuramente la temperatura e l’umidità; un indice che li racchiude entrambi, fornendo un’indicazione sintetica delle condizioni ambientali, è sicuramente il THI (Temperature Humidity Index); proprio per questo motivo, durante i rilievi effettuati nelle aziende partner del Progetto MAGA sono stati installati dei sensori in grado di registrare, a intervalli di 5 minuti, la temperatura (°C) e l’umidità relativa (%) presenti all’interno della stalla.

Questi parametri sono stati quindi utilizzati per il calcolo del THI; i risultati del THI, relativi sia al giorno che alla notte, sono stati suddivisi nei seguenti intervalli (De Rensis F. et al., 2015):

  • THI < 68 ad indicare una situazione non problematica.
  • 68 ≤ THI ≤ 72 ad indicare una situazione di lieve disagio.
  • THI > 72 ad indicare l’insorgenza dello stress da caldo.

Le Figure 1, 2 e 3 mostrano la quantità di osservazioni di THI, espresse in percentuale, all’interno delle tre diverse classi evidenziate in precedenza.

In tutte e tre le aziende è possibile osservare come fino ad aprile il THI si attesti sempre al di sotto della soglia di rischio minimo (<68), aspetto che evidenzia quindi la presenza di condizioni di temperatura e umidità relativa adeguate al benessere delle bovine; si può notare, invece, come valori di THI associati a rischio medio, significativi della comparsa di stress da caldo nelle bovine, compaiano nei mesi di maggio, giugno e luglio. In particolare, l’andamento del THI risulta essere molto simile per le aziende B e C in cui il mese più problematico risulta essere luglio, con più della metà delle osservazioni oltre il valore soglia di 72. Per l’azienda M il fenomeno sembra più contenuto rispetto alle altre due aziende, tuttavia in questo caso sono presenti anche una quantità minore di dati.

Conoscere le condizioni ambientali della propria stalla è un aspetto fondamentale, in quanto, situazioni di stress da caldo si ripercuotono negativamente sulle prestazioni produttive e riproduttive degli animali (De Rensis F. et al., 2015), aspetti che determinano per l’allevatore una perdita economica; uno studio condotto negli Stati Uniti d’America da St. Pierre et al. (2002) ha evidenziato che lo stress da caldo determina una perdita annuale, per l’intero settore bovino da latte, pari a 897 milioni di $.

Bibliografia

  • De Rensis F., Garcia-Ispierto I., Lopez-Gatius F. (2015), Seasonal heat stress: clinical implications and hormone treatments for the fertility of dairy cows, Theriogenology 84 (2015) 659–666;
  • St. Pierre N. R., Cobanov B., Schnitkey G. (2003), Economic losses from heat stress bu US livestock industries, J. Dairy Science 86:E52-E77
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Uso degli antibiotici in allevamento

Nonostante la strada sia ancora molto lunga e complessa, arrivano buone notizie in ambito di utilizzo di antibiotici negli allevamenti e antibiotico resistenza.

Valutando infatti il triennio 2016-2018, è stato osservato un significativo calo nell’utilizzo di queste sostanze.

Se vuoi sapere di più, ecco l’articolo completo:

https://www.ruminantia.it/cala-luso-di-antibiotici-negli-animali/?fbclid=IwAR2KZkPGUEgklqAKd7wkimpCQ7-je5njMetiO1LL9eANMQdsA6U7Aum1Tys

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Gestione della colostratura: esperienza pratica in un allevamento di bovine da latte del centro Italia

E’ uscito su Ruminantia un interessante articolo intitolato “Gestione della colostratura: esperienza pratica in un allevamento di bovine da latte del centro Italia”.Lo scopo dell’articolo è quello di sensibilizzare il lettore alla necessità di adottare dei sistemi di monitoraggio, in questo caso in particolare per quanto riguarda la COLOSTRATURA!Sei interessato? clicca sul link!!

https://ruminantiamese.ruminantia.it/gestione-della-colostratura-in-un-allevamento-di-bovine-da-latte-del-centro-italia/?fbclid=IwAR301aWPmlUbDoDMdwuKYRECKjKSE6-OFbxg3-PXdojpKsPInmgynCW_an0

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Progetto CheeseAlp Innovazione per la zootecnia da latte e la caseificazione in montagna

Ha inizio il progetto “CheeseAlp-Innovazione per la zootecnia da latte e la caseificazione in montagna”. Questo progetto ha come obiettivo quello di mostrare proposte di innovazione per le imprese agricole e per il territorio montano.

Sei curioso? vieni a visitarci!

SITO WEB https://sites.unimi.it/cheesealp/

FACEBOOK https://www.facebook.com/ProgettoCheesealp/

INSTAGRAM https://www.instagram.com/progettocheesealp/

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RISULTATI DA MAGA: cellule somatiche per un’asciutta efficiente

La messa in asciutta senza antibiotici deve essere considerata, al giorno d’oggi, il futuro dell’allevamento bovino da latte; per fare questo è necessario però identificare un metodo di selezione che sia sufficientemente accurato, facile da ottenere e da interpretare, economico, sicuro e applicabile a diverse realtà territoriali. I due metodi che, ad oggi, è possibile utilizzare come principali indicatori di una mastite subclinica sono l’esame batteriologico e la conta delle cellule somatiche. Il primo è sicuramente il metodo più accurato ma è anche molto costoso e difficilmente applicabile, in quanto legato alla presenza e alla competenza dei laboratori nell’eseguire le analisi; la conta delle cellule somatiche invece “colma” i difetti dell’analisi batteriologica, tuttavia, è strettamente legata al valore soglia che si decide di applicare (Zecconi et al., 2018).

Uno studio di Sgorbini et al. (2014) ha evidenziato che esiste una probabilità elevata di avere un esame batteriologico positivo con una valutazione delle cellule somatiche >200.000 cellule/ml, avvalorando ulteriormente l’importanza dell’utilizzo della CCS come screening per la diagnosi di mastite clinica e sub-clinica.

Vista l’importanza di questo parametro, durante i rilievi del progetto MAGA, sono stati prelevati campioni di latte di animali a inizio e fine lattazione e sono stati valutati con l’ausilio di tre diversi sistemi:

  • Analisi di laboratori svolte presso l’Associazione Regionale Allevatori della Lombardia (ARAL) di Crema;
  • DeLaval cell counter (DCC);
  • Vetscan;

Il secondo e il terzo metodo tra quelli sopracitati sono in grado di restituire un risultato immediato, quindi, direttamente utilizzabile da parte dell’allevatore, viceversa, le analisi di laboratorio necessitano di qualche giorno per ottenere un riscontro.

Utilizzare diversi metodi di valutazione delle cellule somatiche ha permesso di effettuare un confronto tra le analisi di laboratorio, più precise ed accurate, e quanto ottenuto direttamente in azienda tramite il DCC e il Vetscan;

Figura 1- confronto Conta delle Cellule Somatiche ARAL e Vetscan

Figura 2-confronto Conta delle Cellule Somatiche ARAL e DCC

Dalle Figure 1 e 2 è possibile osservare come entrambi i metodi, Vetscan e DCC, permettano di ottenere risultati attendibili e paragonabili a quelli delle analisi di laboratorio; questo è un aspetto fondamentale in quanto conferma, non solo l’importanza delle cellule somatiche come parametro per l’identificazione della mastite, ma anche, la possibilità di determinarle in modo estemporaneo direttamente in azienda, agevolando così l’allevatore nella scelta delle bovine da trattare.

Bibliografia:

  • Sgorbini M., Bonelli F., Fratini F., Sbrana A., Brombin M., Meucci V., Corazza M., Ebani V., Bertelloni F., Turchi B., gatta D., Cerri D. (2014), Diagnosi delle mastiti bovine: test di screening e batteriologia a confronto e loro indice predittivo. Large Animal Review 2014; 20: 9-16.
  • Zecconi A., Sesana G., Vairani D., Cipolla M., Rizzi N., Zanini L. (2018), Somatic cell count as a decision tool for selective dry cow therapy in Italy. ITALIAN JOURNAL OF ANIMAL SCIENCE 2019, VOL. 18, NO. 1, 435–440.